Investire Sgr: Fondo Spazio Sanità acquisisce due nuove rsa 

Roma, 17 lug. (AdnKronos) – Investire Sgr, per conto del fondo specializzato di tipo chiuso Spazio Sanità, ha recentemente finalizzato l’acquisizione di due strutture sanitarie, localizzate in Lazio e in Emilia Romagna, per un totale di oltre 220 posti letto accreditati. Grazie a queste due acquisizioni, il Fondo Spazio Sanità, istituito nel 2011, ha ad oggi in portafoglio otto Strutture Sanitarie per un totale di circa 65.000mq, 1.160 posti letto e un OMV che supera i 120 milioni di Euro. Tutti gli immobili del portafoglio sono interamente locati ai due principali gestori italiani, il Gruppo KOS e il Gruppo Segesta, garantendo ai propri quotisti rendimenti stabili e un profilo di rischio contenuto. Queste ultime operazioni rientrano nella strategia d’investimento del Fondo, focalizzata su opportunità immobiliari gestite da primari operatori del settore, site in regioni con un efficiente Sistema Sanitario Nazionale e in cui la domanda di servizi assistenziali è in forte crescita. Nel breve periodo, il Fondo Spazio Sanità ha l’obiettivo di continuare ad accrescere le masse gestite, andandosi a posizionare come primaria piattaforma d’investimento dedicata a soggetti istituzionali interessati al settore healthcare in Italia. Italia.

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Valorizzazione patrimonio Vicenza a Invimit e Investire sgr

Valorizzazione patrimonio Vicenza a Invimit e Investire sgr
Valorizzazione patrimonio Vicenza a Invimit e Investire sgr

 

Sulla valorizzazione degli immobili comunali questa mattina è stato fatto un importante passo avanti in giunta. L’esecutivo di palazzo Trissino, infatti, ha autorizzato la società Investire SGR a proporre il progetto di valorizzazione degli immobili comunali al fondo gestito da Invimit, allo scopo di ottenere una manifestazione d’interesse e il conseguente via libera al finanziamento da parte di quest’ultima del progetto, per un importo di circa 51 milioni di euro. Nel contempo l’amministrazione ha deciso di aprire una fase di approfondimento e concertazione prima di elaborare una proposta di deliberazione per il consiglio comunale, nel prossimo autunno.

Di fronte alla proposta di SGR – ha detto Achille Variati – il Comune ha tre strade: fare da solo, ma ammesso che riesca a vendere gli immobili da alienare non avrebbe mai la possibilità di indebitarsi per gli 11 milioni di euro che comunque mancherebbero all’operazione; non fare nulla, ma i costi di gestione e manutenzione degli edifici pubblici potrebbero diventare nei prossimi anni talmente onerosi da porlo comunque in una situazione di forte sofferenza; oppure valutare con attenzione il conferimento nel fondo, come il nostro consulente Nomisma e Anci ci stanno suggerendo. Abbiamo deciso di proseguire nell’approfondimento. Ci rendiamo conto che siamo a fine mandato, non vogliamo fare nessuna forzatura, ma riteniamo di dover governare fino alla fine, operando per il bene comune e nello stresso tempo raccogliendo il sentimento della città. Del resto l’interesse di Invimit, società del ministero del tesoro, sembra esserci adesso, ma potrebbe non esserci più tra qualche anno. E se davvero vi è una realtà pubblica disposta a investire 50 milioni di euro in questo disegno, chi è lo sciagurato che può permettersi di respingere la proposta al mittente senza neanche guardarci dentro con grande attenzione. Faremo le nostre analisi, ascolteremo la città e poi decideremo il da farsi“.

Gli obiettivi principali del piano riguardano la riqualificazione del patrimonio immobiliare, la realizzazione di un nuovo edificio nell’area ex Domenichelli, per la nuova sede della polizia municipale e alcuni edifici comunali, la realizzazione della nuova biblioteca comunale nell’ex scuola Giuriolo ristrutturata, la realizzazione di nuove attività economiche per la città, tra cui un hotel di elevato livello in centro, un nuovo parcheggio coperto, alloggi sociali per la terza età e più in generale l’attivazione di investimenti superiori a 50 milioni di euro, con una conseguente ricaduta positiva sull’indotto cittadino.

Per perseguire questi obiettivi – ha ricordato l’assessore Cavalieri – la società SGR ha proposto un’operazione che comprende undici edifici pubblici, di cui ben quattro dismessi. All’ex caserma della guardia di finanza propone residenze e uffici; all’ex tribunale un parcheggio che libererebbe dalle auto piazza Matteotti e il primo piano del parcheggio di Santa Corona, all’ex Fiera del Giardino Salvi troverebbero posto negozi e ristorazioni; all’ex Giuriolo una nuova biblioteca; palazzo Costantini si trasformerebbe in residenze; palazzo Negrisolo idem, asciato libero dal comando la cui nuova sede si sposterebbe all’ex Domenichelli; il palazzo ex Aci manterrebbe la destinazione a uffici, però privati, mentre l’ex scuola Giusti ospiterebbe residenze per anziani e l’edificio attiguo a palazzo Trissino che si affaccia su contra’ Del Monte avrebbe destinazione commerciale e direzionale. Cuore dell’operazione è palazzo degli Uffici: libero dagli uffici comunali destinati a spostarsi in via Torino, viene indicato nel progetto come sede di un prestigioso hotel. Il Comune in questa operazione metterebbe in gioco immobili per un valore di venti milioni di euro. Dovrebbe affrontare fino alla chiusura del fondo un canone per l’utilizzo dei beni che poi tornerebbero di proprietà comunale e realizzerebbe importanti risparmi in tema di costi di gestione e manutenzione.

Questa – ha commentato l’assessore alla progettazione e sostenibilità urbana Antonio Dalla Pozza – è una vera operazione di rigenerazione e riqualificazione urbana: rimette in gioco palazzi chiusi da anni, riporta la residenza in centro storico, riqualifica l’area di via Torino, già inserita nei programmi del bando periferie e dell’alta velocità. Dal punto di vista del disegno della città questo progetto si inserisce perfettamente in un quadro coerente, equilibrato, in cui residenza, mobilità, riqualificazione, riempimento dei vuoti fanno parte di una proposta unitaria che il Comune da solo non potrebbe mai realizzare e che prevede altrettante ricadute positive per il privato“.

Il progetto ha ottenuto il parere positivo della Fondazione Patrimonio Comune dell’Anci, che peraltro ha supportato l’amministrazione in tutte le fasi della complessa operazione, e un via libera sul fronte della sostenibilità di impatto e di rischio da Nomisma, appositamente incaricata dal Comune a seguito di gara.

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Hubgrade, dove l’intelligenza incontra l’efficienza

Centro di coordinamento Siram, società del gruppo Veolia Sech Building
Centro di coordinamento Siram, società del gruppo Veolia


Siram, società del gruppo Veolia, opera nella gestione integrata dell’energia e dei servizi tecnologici per il mercato pubblico e privato, nella sanità, pubblica amministrazione, scuole e istituti d’istruzione, residenziale, terziario e industria. Siram interviene su edifici, impianti e progetti nuovi o da riqualificare aumentandone l’efficienza complessiva con l’obiettivo di ridurre il consumo energetico.

Hubgrade Smart Monitoring Center è il centro di monitoraggio smart dell’energia, gestito dal team Siram, che monitora e analizza i dati real-time al fine di garantire il miglioramento degli impianti. Tra i clienti che utlizzano la soluzione Siram, si possono citare l’Ospedale Policlinico di Milano, l’aeroporto Save di Venezia e l’azienda tessile Mantero. Ne parliamo con Massimo Rovati, direttore tecnico di Siram.

Com’è nato il progetto Hubgrade?
Veolia ha introdotto una metodologia basata sul concetto di utilizzare un centro remoto in cui l’andamento energetico viene monitorato, elaborato e ottimizzato: il fatto di disporre di un centro dedicato che analizza ma non opera direttamente migliora la prestazione energetica in quanto spesso chi opera sul campo non dispone dei tempi e dei modi per analizzare mentre con un’organizzazione che prevede un’analisi distinta dall’operatività si incrementa l’efficacia complessiva. Viene così garantita la qualità del servizio e la continuità assicurando il funzionamento degli impianti. Il servizio Hubgrade di Veolia consiste quindi nel monitoraggio, analisi e reporting di energia: è supportato da esperti Energy Analyst ed è volto al miglioramento continuo del “saving” energetico. Veolia lo usa in tutta Europa per la gestione e la segnalazione delle prestazioni energetiche alla propria attività e ai nostri clienti, fornendo un servizio multilivello per l’energia e la gestione dei dati. Hubgrade dispone di oltre 2000 siti client collegati in tutta Europa.

Può essere considerato un servizio smart energy nato nell’ambito IoT? Si, in quanto è in grado di introitare dati di ogni tipo, anche quelli provenienti da singole apparecchiature.

Quali sono i target di mercato e quali i vantaggi?
Il sistema Hubgrade può essere applicato ad ogni edificio/impianto sia civile che industriale che abbia un significativo fabbisogno di energia: Ad esempio tutte le società che hanno ottemperato alla redazione di diagnosi energetiche ai sensi del dlgs 102/14, dovranno ripetere la diagnosi entro 4 anni dalla prima, basandosi su dati operativi reali: in questo caso hubgrade può fornire tutto quanto necessario per la nuova scadenza. In più un’azienda che si affida al servizio Hubgrade arriva a possedere tutti i requisiti per poter certificarsi UNI CEI EN ISO 50001 “Sistemi di gestione dell’energia” che è la versione ufficiale italiana della norma internazionale ISO 50001. La norma specifica i requisiti per creare, avviare, mantenere e migliorare un sistema di gestione dell’energia.

Quali sono le tecnologie sulle quali è basato il servizio smart energy di Hubgrade?
Il sistema può raccogliere i dati sia tramite il Building Management System (BMS) esistente sia con installazione di nuova sensoristica. Con il “metering”, esistente o integrato con nuova strumentazione, si effettua la raccolta di dati e informazioni tecniche dal sito. Queste informazioni consentono la formazione del database utilizzato per l’analisi, la classificazione e l’elaborazione dei vari indicatori. Nel contempo si attivano le connessioni necessarie per remotizzare le grandezze rilevate sull’impianto (energie consumate, temperature, tec.), in modo da poter disporre dei dati in tempo reale presso il centro Hubgrade di monitoraggio remoto. Viene quindi elaborata la modellizzazione energetica del sito ed effettuate simulazioni di funzionamento sino a definire la “baseline” di riferimento del comportamento energetico ottimale del sistema edificio/impianto; Le elaborazioni forniscono i dati energetici di base utilizzati per il monitoraggio e, se necessario, per approntare azioni correttive/migliorative.

Quali sono i prerequisiti per l’implementazione del servizio?
Ogni sito che consuma energia può usufruire del servizio. I requisiti necessari sono la predisposizione di sistemi di misura (metering), esistente o da installare e la realizzazione della connettività (tutti i dati “viaggiano” su web).

Monitoraggio e analisi dei dati introducono anche un livello di automazione decisionale al fine di un efficientamento energetico?
Il centro di monitoraggio provvede alla verifica continua sia dei parametri di funzionamento che dell’andamento del profilo di consumo energetico in rapporto alla “baseline” redatta su base almeno oraria in fase di analisi energetica iniziale e costantemente aggiornata al variare della configurazione impiantistica. Sulla base del monitoraggio effettuato il centro invia le modifiche e/o verifiche da apportare alla regolazione per ottimizzare il funzionamento. L’operatore sul campo ha il compito di introdurre le modifiche al BMS. In questo modo si realizza una “regia energetica” continua da parte di analisti esperti.Inoltre l’accesso al sistema è consentito a tutti gli attori, secondo livelli diversi, in modo accedere a tutti i dati e alla valutazione in tempo reale delle performance operative degli impianti. La reportistica è volta ad evidenziare indicatori del livello delle prestazioni energetiche ed ambientali.


Enea: meno consumi, più efficienza
L’efficienza energetica nella Pubblica Amministrazione
L’Efficienza energetica nella Pubblica Amministrazione è un tassello molto importante per la questione energetica del nostro paese. Sia la Direttiva 2006/32/CE che la più recente Direttiva 2012/27/UE assegnano un ruolo fondamentale alla Pubblica Amministrazione (P.A.), che con i propri comportamenti deve fungere da esempio verso il cittadino e le imprese sviluppando un mercato per interventi di efficienza energetica.
L’ultima analisi condotta da Enea sullo stato delle gestione energetica negli enti locali ha evidenziato soprattutto una carenza di dati. “Non è pensabile una corretta gestione degli edifici senza un adeguato supporto di misurazioni, dati completi e organizzati, spiegano i tecnici dell’Enea aggiungendo che è opportuno considerare l’adozione di un sistema di gestione dell’energia in accordo con la norma ISO 50001, in grado di risolvere buona parte di queste problematiche e di favorire un approccio quantificato e organizzato all’uso dell’energia.
In Italia – secondo stime Enea – sono oltre 13.000 gli edifici della Pubblica Amministrazione e consumano ogni anno 4,3 TWh di energia per una spesa complessiva di 644 milioni di euro. Di questi, circa il 20% è quello più energivoro con un consumo pari a 1,2 TWh e una spesa di 177milioni di euro. Si stima che gli interventi sull’involucro edilizio e sugli impianti permetterebbero una riduzione dei consumi di circa il 40%, con un risparmio di 73 milioni di euro. L’investimento richiesto, secondo le stime Enea, ammonta a 1.100 milioni di euro (158 milioni euro/anno). Sul fronte scuola, le strutture pubbliche sono 43.000 e consumano ogni anno 9,6 TWh per una spesa di 1,3 milioni di euro. Anche in questo caso circa il 20% delle strutture è responsabile dei maggiori consumi energetici, pari a 2,6 TWh, per una spesa di 351milioni di euro l’anno. Intervenendo su questi edifici la riduzione dei consumi sarebbe pari al 45%, con un risparmio di 169 milioni di euro. Infine, gli edifici della PA centrale (come uffici, caserme, carceri e presidi PS) sfiorano invece i 3000 immobili. In questo caso oltre la metà del totale dei consumi, pari a 1,1 miliardi di kWh, è imputabile al gas naturale, mentre poco più di un terzo all’energia elettrica. In generale, i consumi energetici per il riscaldamento (metano, gasolio, carbone e GPL) ammontano ad oltre 730 milioni di kWh.

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Primo Closing per il fondo Sant’Alessio gestito da Sorgente Sgr per l’Ipab

Avviata la prima fase del fondo immobiliare Sant’Alessio, che gestisce il patrimonio dell’Istituto Ipab – Centro Regionale Sant’Alessio-Margherita di Savoia per i Ciechi. Sono stati apportati 11 immobili per un valore di circa 81 milioni grazie al supporto finanziario di UniCredit. Si prospetta una collaborazione pubblico-privato tra Ipab, Invimit SGR e Sorgente Sgr per una nuova forma di business sostenibile  Roma, 8 giugno 2017. Entra nel vivo il progetto di valorizzazione degli immobili dell’Ipab – Centro Regionale Sant’Alessio-Margherita di Savoia per i Ciechi. L’istituto, dopo aver bandito una gara pubblica, il 19 ottobre 2016 ha attribuito l’incarico di istituzione e gestione del fondo immobiliare a Sorgente Sgr, la società di gestione del risparmio italiana del Gruppo Sorgente guidato da Valter Mainetti. In questa prima fase sono stati conferiti 11 immobili al “fondo Sant’Alessio”. Entro la fine del 2017 sarà la volta di altri 38 asset, tra edifici cielo-terra e singole unità, tra i quali il celebre complesso di Via Margutta, location del film Vacanze Romane. Attraverso il Fondo Sant’Alessio, Sorgente SGR realizza una nuova forma di business sostenibile che coniuga le esigenze di profitto e la riqualificazione degli edifici con la necessità dell’Ipab di incrementare i livelli delle prestazioni dei servizi erogati. Al business sostenibile partecipano oltre all’Ipab e Sorgente Sgr, Unicredit come istituto finanziatore, Axia Re come Esperto Indipendente per la valutazione e la due diligence tecnica. Invimit SGR ha manifestato interesse a partecipare al progetto attraverso il suo fondo i3Core – comparto territorio. L’ingresso di Invimit Sgr costituirà un’importante novità di collaborazione tra pubblico e privato nell’ambito della valorizzazione di asset strategici e di grande valore storico-architettonico, insieme alla finalità sociale del progetto. Del primo portafoglio apportato al fondo Sant’Alessio fanno parte essenzialmente residenze, in gran parte affittate a persone con disabilità visive, che si trovano in zone semicentrali della Capitale. Nei prossimi mesi questi 11 immobili, che hanno un valore di circa 81 milioni, saranno al centro di interventi di valorizzazione per circa 7 milioni di euro. Nel rispetto delle esigenze dell’Ipab di aumentare gli alloggi destinati ai disabili visivi e per favorirne la fruizione degli spazi comuni ed aumentare il comfort dell’edificio, è prevista anche una serie di interventi aggiuntivi per eliminare le barriere architettoniche e per percorsi/mappe tattili e large print (un sistema di caratteri ingranditi per ipovedenti).Alcuni alloggi liberi, invece, verranno di nuovo affittati, e aumenteranno gli appartamenti da allocare ai disabili visivi con canoni calmierati. Con le risorse liberate dalla vendita dei immobili non strategici verranno finanziati anche i progetti dell’Ipab, che potrà così ampliare l’offerta di servizi per l’abilitazione, la riabilitazione, l’educazione e la formazione dei suoi assistiti. Alla gara hanno partecipato 9 tra le principali Sgr italiane. Nel complesso, nel fondo, della durata di 25 anni, interamente sottoscritto dall’Istituto, confluiranno complessivamente 49 asset, soprattutto residenziali, del valore stimato di circa 230 milioni di euro. Oltre al palazzo di Vacanze Romane, per il quale è prevista la coesistenza tra residenze tradizionali e forme di residenzialità turistico-ricettiva di pregio, vi fanno parte altri storici immobili e beni ricevuti in donazione dall’Istituto per i Ciechi, a partire dalla fine dell’Ottocento, come la tenuta di Presciano a Siena. Per la tenuta è prevista la rimessa a coltura di parte degli 800 ettari di terreno agricolo, la riqualificazione dei 25 mila metri quadrati di fabbricati da adibire a residenze agricole, alloggi in agriturismo e locali funzionali alla rappresentazione della filiera agroalimentare e alla vendita dei prodotti di coltura.

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Fondi Immobiliari, nel 2017 in Italia obiettivo 50 miliardi di euro

08/06/2017 – Il miglioramento delle prospettive economiche, i bassi livelli dei rendimenti obbligazionari e una liquidità consistente favoriscono la crescita dei fondi immobiliari in Europa. Il patrimonio (net asset value) dei fondi operativi in Francia, Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo, Olanda, Spagna, Svizzera e Italia (che insieme rappresentano circa l’85% dell’industria europea dei fondi immobiliari) ha ricominciato a crescere a un ritmo medio del 7,3% annuo nel periodo 2010-2013, per accelerare negli ultimi anni, con una crescita del 9,8% nel 2014, del 10,8% nel 2015 e del 12,4% nel 2016.

In Italia il patrimonio dei fondi ha toccato i 46 miliardi di euro a fine 2016 e per il 2017 c’è un realistico obiettivo di 50 miliardi di euro con oltre 400 fondi immobiliari. Dall’inizio del secolo il settore è cresciuto di diciotto volte.

Questi sono alcuni dei dati emersi ieri nel corso della presentazione del Rapporto 2017 “I Fondi immobiliari in Italia e all’estero”, realizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con lo Studio Casadei che ha curato la parte di analisi finanziaria. Il Rapporto è stato presentato da Mario Breglia, (presidente di Scenari Immobiliari), e Gottardo Casadei (Studio Casadei), e commentato da Andrea Airò (Torre SGR), Giovanni Maria Benucci (Fabrica Immobiliare SGR), Paolo Berlanda (Polis Fondi SGR), Gabriele Bonfiglioli (Coima SGR), Alessandro Busci (Prelios SGR), Emanuele Caniggia (IDeA Fimit SGR), Giovanni Cerrone (Sorgente SGR), Benedetto Giustiniani (Generali Real Estate SGR), Fabrizio Lauro (Investire SGR), Marco Luoni (Bnp Paribas Reim Italy SGR) e Lorenzo Scarfi (AXA Reim SGR).

Il 2016 si è chiuso con un patrimonio totale dei fondi immobiliari negli otto Paesi considerati (Francia, Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo, Olanda, Spagna, Svizzera e Italia) di oltre 517 miliardi di euro. Le previsioni raccolte per il 2017 tra i principali operatori europei sono di una crescita del patrimonio vicina al 4%. Anche il numero di fondi è previsto in aumento. L’andamento del primo quadrimestre 2017 conferma il quadro previsivo.

“Sul fronte dell’asset allocation – ha dichiarato Mario Breglia, Presidente di Scenari Immobiliari, illustrando il Rapporto – le società di gestione si orientano sempre più verso il turnover dei patrimoni, per seguire le nuove esigenze dei mercati. Tra i mercati emergenti a livello europeo soprattutto il residenziale, che ha una quota di asset allocation pari al 10% del totale. I nuovi investimenti residenziali sono concentrati sull’attività di ristrutturazione, soprattutto nell’ottica di risparmio energetico, e sulle residenze specializzate, in particolare per studenti o senior

“Più che nel passato – ha aggiunto Mario Breglia – a fianco degli operatori italiani sono attese Sgr di proprietà internazionale che utilizzano questo strumento per operare, anche in modo intenso, sul mercato nazionale. Quindi le prospettive potrebbero essere migliori rispetto a quanto previsto. Il costo del denaro si è mantenuto molto basso nel 2016 e, nonostante minimi segnali di incremento, il dato, sommato alle operazioni di ristrutturazione del debito, ha permesso una ulteriore riduzione dell’indebitamento del sistema che in cinque anni è sceso da 30 miliardi di euro a 25,5 miliardi. Il numero di fondi operativi è aumentato e appare in crescita anche nel 2017, anche al netto delle liquidazioni di molti fondi ‘familiari’”.

Il futuro prossimo del mercato immobiliare italiano visto dalle SGR

È stato promosso un questionario tra le Sgr convolte per la stesura del Rapporto, con l’obiettivo di fornire una panoramica sulla percezione del futuro del mercato immobiliare nazionale e dei fondi immobiliari. Il 70% delle Sgr ritiene possibile un miglioramento delle performance sul medio periodo (3-5 anni), a fronte di un 13% che crede in un mantenimento della stabilità e di un 7% che pensa potrà peggiorare.

Riguardo all’analisi dell’andamento del mercato immobiliare, le previsioni da parte dei gestori, evidenziano un sentimento di contenuto ottimismo, rilevando l’attesa di una crescita moderata. Le aspettative maggiormente positive riguardano gli scambi di uffici, negozi e residenze, per i quali circa il 50% per cento delle Sgr si aspetta un aumento fino al 10%.

Le zone che si avviano a rappresentare una buona opportunità di investimento immobiliare saranno principalmente il nord e il centro Italia, con l’eccezione dello sviluppo alberghiero e di Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) che si prospetta piuttosto elevato anche al sud e nelle isole. I maggiori investimenti per uffici e spazi di co-working si avranno nel nord-ovest del Paese, insieme alle case per studenti e alle residenze per senior housing.

Elevati gli investimenti per le Rsa nel nord est italiano, mentre in centro Italia sono previsti numerosi sviluppi nell’ambito del residenziale da locare e dei capannoni logistici, oltre a commerciale e case per studenti. Il sud e le isole sono meno attrattivi, ad esclusione di una previsione di moderato investimento nei settori specifici già citati, l’alberghiero e le Rsa.

Sorgente: Fondi Immobiliari, nel 2017 in Italia obiettivo 50 miliardi di euro